monte nero di presanella secondo me

MONTE NERO DI PRESANELLA di Claudio Migliorini

Autunno 2011, inizi di dicembre, giornatona di alta pressione, cielo tersissimo, condizioni sicuramente molto buone in alto e… se qualcosa deve andare storto sicuramente lo farà! E’ così che causa “bidone mattutino” mi ritrovo solo soletto in quel di Pinzolo a spremermi le meningi sul che fare. Il ripiego, per così dire, sarà un giro sul già conosciuto Couloir dell’ H. Passando per il bivacco del rifugio Segantini trovo sul libro la relazione di una nuova via aperta pochi giorni prima. Due info al telefono da Patrick, sento Cristiano se è libero e il giorno seguente è presto organizzato: Wind of Change!

Classica levataccia da casa, ma la fatica sarà ampiamente ripagata: bellissimi scorci sul Brenta il mattino all’alba, giornata tersa sopra un mare di nuvole ed ottima compagnia. La via poi è veramente molto bella, completa e impegnativa: roccia e misto, cengetta a sinistra e, dietro l’angolo, si innalza poi un bellissimo diedro di roccia. Ne segue un altro, percorso da una finissima goulotte: commovente, vorresti non finisse mai! Poi un paio di tiri di placche, neve e misto ci portano sul facile pendio finale e da lì alla sella… Bravi Patrick e Giulia!

Autunno 2013, inizi di novembre, la voglia di “grattar” le picche è tanta e noi non vogliamo mancare all’ormai consueto appuntamento con il granito e il ghiaccio del Monte Nero. In questo periodo, si sa, le condizioni sono spesso favorevoli e Andrea, dopo un giro di perlustrazione in zona, getta l’amo: io abbocco subito!

Così dopo una piacevole serata al bivacco del rifugio ed un altrettanto piacevole avvicinamento, ci troviamo all’attacco di Rolling Stones. La neve in parete non è poca, ci toccherà un buon lavoro di pulizia: ma a noi piace anche così! La giornata è coperta, ogni tanto nevischia un po’ e le condizioni della parete “Scottish style” creano un’atmosfera suggestiva.

Un tentativo precedente di Andrea con Alessia risale già al novembre 2006: attaccarono convinti di aver scovato una nuova linea; dopo 50m ecco che spunta una sosta con due o tre cordini mezzi marci e la smania di apertura un poco svanisce. “Ma dato che siamo in ballo, balliamo…” e, dopo aver fatto i numeri cinesi per passare sulla sottilissima striscia di ghiaccio del primo tiro, è davvero un peccato scendere. Continuano, il secondo tiro è peggio del primo, il ghiaccio è ancora più sottile e a tratti inesistente, salgono su roccia fin sopra il risalto dove incontrano un’altra rigola di ghiaccio che li conducono alla base di un canale dove trovano un’altra sosta. Il terzo tiro risulta più facile, risale una goulotte fino a sotto l’ultimo salto, quello più lungo e verticale: purtroppo dopo circa una decina di metri desistono per le cattivissime condizioni del ghiaccio. Il primo tentativo dovrebbe risalire agli anni ‘90 da parte di Care’ & C; considerando l’intensa attività dei “local” in queste zone probabilmente ce ne furono altri, almeno su questi primi tiri ma mai, dalle info personali raccolte, fino in vetta.

Noi, dopo aver ripercorso questi tiri, sbuchiamo sul piccolo plateau a circa tre quarti di parete, risaliamo il canale e raggiungiamo una selletta sulla destra. Da qui la cima non pare lontana ma un altro bel lavoro di pulizia su placche e fessurine ci dà il nostro bel da fare. Impressionante è la cresta strapiombante che incombe sulle nostre teste: stando proprio sotto a questa saliamo un ultimo impegnativo diedrino che ci deposita in cima. Stretta di mano, foto di rito nella nebbia e giù: per oggi niente panorama.

Passano pochi giorni e siamo di nuovo in zona: questa volta è con noi anche Serafino; levataccia, e saliamo direttamente dal fondo valle. Anche oggi abbiamo voglia di “metterci il naso”: adocchiamo una possibilità sull’assolata parete sud. La linea, che termina in cima, risulta più breve rispetto a quelle del versante nord, non troppo difficile ma con qualche bella sezione più impegnativa. Ci siamo divertiti come matti: uno davanti a scalare (è uno sporco lavoro ma qualcuno lo deve pur fare!) e due in sosta che tengono costantemente l’umore alle stelle. Troppo bello!

Buone scalate a tutti!
Claudio Migliorini

 

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